Di proprietà dei Dominici e poi dei Paoletti di Santa Lucia, ha visto alla sua direzione Ferdinando Monacelli, suo figlio Pompilo e infine il nipote di quest'ultimo, Umberto Giammarioli. Pompilio è stato l'inventore di un rivoluzionario forno per la cottura del gesso (basato su sei tubi comunicanti nei quali passava il gesso che veniva cotto in base a temperature e tempi stabiliti da precisi meccanimi), sostituendo la tradizionale e poco efficiente cottura sopra le fascine fino ad allora utilizzata. Per lo smaltimento dei residui della lavorazione è stata costruita una breve ferrovia - ora smantellata - che permetteva a un trenino con carrelli di scaricare il materiale fino ai piedi di Monte Malbe, attraversando la strada e un ponte - tuttora esistente - a doppio arco. Tra i carrettieri che portavano il gesso a Perugia, si ricordano Zuccarella (di Capocavallo), Cencio e Gasparo. Tra gli operai Davide Vagnetti, Terzilio Giammarioli, Antonio Sottili, Antonio Ragni, Romolo Massetti, Alfredo Massetti, Vincenzo Massetti, Luigi Bindella, Bruno Bordellini, Naldo Ricci, Gibo Cibeca e molti altri.. L'elettricista era Ugo Crescentini, il muratore Pistellini, il tecnico meccanico Rodolfo Maccherani che, oltre alla manutenzione dei macchinari e del trenino, ha prodotto e installato le strutture e le torri metalliche usate per la lavorazione del gesso. Dopo la chiusura del 1984 l'enorme buca scavata per l'estrazione del gesso è stata riempita di terra di riporto e materiali inerti, dopo di che vi è stato piantato sopra un boschetto.
Per approfondimenti si veda
Cenerente, esempio di toponimo geologico, Andrea Motti
La strana storia di Cenerente e della sua gessaia, Claudio Bezzi